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Tumore al colon: in aumento tra i giovani a causa di un batterio?

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Fino a pochi anni fa si pensava che il cancro al colon fosse una malattia “da adulti”, tipica degli over 50. Eppure, qualcosa sta cambiando.

In modo silenzioso ma drammaticamente costante, i casi tra i giovani stanno aumentando. Se la tendenza non si invertirà, nel 2030 questo tumore potrebbe diventare la prima causa di morte oncologica tra gli adulti sotto i 50 anni.

La domanda è inevitabile: cosa sta succedendo?

Una delle risposte più sorprendenti arriva da dove meno ce lo aspetteremmo: l’intestino, o meglio, i batteri che lo abitano.

Un batterio intestinale tra i sospetti?

Persona che si tiene la pancia con entrambe le mani, suggerendo dolore addominale, mentre una rappresentazione grafica del tratto intestinale (intestino tenue e crasso) è sovrapposta in trasparenza sull’addome, a indicare un possibile problema intestinale o disturbo del colon.

Un recente studio internazionale ha portato alla luce un indiziato preciso: una tossina prodotta da alcuni ceppi di Escherichia coli (E. coli), un batterio che vive comunemente nel nostro intestino.

Questa tossina (colibactina) è in grado di danneggiare il DNA delle cellule intestinali e, secondo i ricercatori, l’esposizione a questa molecola durante l’infanzia o l’adolescenza – favorita da diete ricche di cibi ultraprocessati – potrebbe innescare cambiamenti genetici che porteranno, anche decenni dopo, allo sviluppo di tumori aggressivi.

Questo studio ha analizzato quasi 1000 pazienti affetti da tumore al colon provenienti da 11 nazioni diverse, scoprendo che è possibile isolare differenze nel DNA delle cellule tumorali tipiche del Paese d’origine e caratteristiche dei soggetti giovani: più in particolare sono emerse due “firme” genetiche (chiamate SBS88 e ID18) legate a una tossina prodotta da alcuni batteri intestinali, la colibactina appunto.

Queste mutazioni erano più frequenti nei Paesi con più casi di tumore al colon e oltre tre volte più comuni nei giovani sotto i 40 anni rispetto agli over 70.

Il dato più inquietante? Queste mutazioni appaiono nelle primissime fasi di sviluppo del tumore, suggerendo che il danno possa avvenire già nei primi 10 anni di vita.

Sebbene questo studio suggerisca che la tossina possa ledere silenziosamente l’intestino dei bambini e innescare precocemente cambiamenti cancerosi, ad oggi rimane una teoria.

Il microbioma sotto accusa

La colibactina non è una tossina qualsiasi. E i batteri che la producono non sono quelli noti per causare intossicazioni alimentari.

Il problema nasce quando questo delicato equilibrio si altera, presumibilmente a causa di diete povere di fibre e ricche di cibi industriali, uso indiscriminato di antibiotici e ambienti urbani poco diversificati dal punto di vista microbico, fattori che possono favorire la crescita dei ceppi “cattivi” di E. coli.

Ancora una volta accumuliamo indizi dell’importanza di coltivare un microbioma (l’insieme dei microrganismi presenti nell’intestino) sano, che può diventare un alleato prezioso o una pericolosa minaccia a seconda a seconda di come lo nutriamo, lo proteggiamo e lo modelliamo fin dalle prime fasi della vita.

Cosa possiamo fare?

Queste scoperte potrebbero portare a un cambiamento della comprensione dei meccanismi di insorgenza del tumore al colon, soprattutto in giovane età, ma non modificano le linee guida già note per essere protettive verso questa malattia; semmai ne confermano l’importanza fin dalla più giovane età (non è mai troppo presto per iniziare).

Come si legge sul sito del World Cancer Fund dedicato al tumore al colon, ci sono solide evidenze scientifiche che alcuni comportamenti e abitudini alimentari possono influenzare in modo significativo il rischio di sviluppare questa forma di cancro. In particolare,

Al contrario,

sono associati a un aumento del rischio di cancro colorettale.

Esistono poi evidenze più limitate ma comunque rilevanti che suggeriscono come una dieta povera di verdure non amidacee, frutta o ricca di ferro eme (presente soprattutto nella carne rossa) potrebbe aumentare il rischio.

E se ci fai caso, molte di queste indicazioni (in grassetto) sono perfettamente sovrapponibili a quelle note per favorire lo sviluppo di un microbiota più sano… forse tutto torna…

Fonte principale: The Conversation

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