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Cos’è l’ortopedia e di cosa si occupa l’ortopedico?

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Cos’è l’ortopedia

L’ortopedia è la branca della medicina che si occupa della diagnosi, del trattamento, della prevenzione e della riabilitazione delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (ossa, articolazioni, legamenti, tendini, muscoli e nervi periferici).

Originariamente nata per trattare le deformità nei bambini (il termine deriva dal greco “orthos” che significa dritto e “paideia” che significa educazione dei bambini), oggi l’ortopedia moderna si è evoluta in una specialità complessa che tratta pazienti di tutte le età.

Come si diventa ortopedico

In Italia il percorso per diventare medico ortopedico richiede prima il conseguimento della laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni), seguito dall’abilitazione professionale.

Successivamente, è necessario superare il concorso nazionale per l’accesso alla Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, che ha una durata di 5 anni. Durante questo periodo formativo, il medico in specializzazione acquisisce competenze teoriche e pratiche attraverso attività cliniche, chirurgiche e di ricerca, con un crescente grado di autonomia.

La formazione include rotazioni in vari settori dell’ortopedia (chirurgia della mano, chirurgia del ginocchio, chirurgia della colonna vertebrale, ecc.) e in discipline affini come la reumatologia, la fisiatria e la radiologia.

Di cosa si occupa l’ortopedico

Ortopedico con un paziente

L’ortopedico è lo specialista che valuta, diagnostica e tratta le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, sia di natura traumatica (fratture, lussazioni, lesioni legamentose) che degenerativa (artrosi, tendinopatie), infiammatoria, congenita o neoplastica.

Il suo approccio può essere

  • conservativo, attraverso terapie farmacologiche, fisiche o infiltrative,
  • oppure chirurgico, mediante interventi che spaziano dalla chirurgia artroscopica mini-invasiva alla sostituzione protesica delle articolazioni.

L’ortopedico lavora in stretta collaborazione con altre figure sanitarie, formando un team multidisciplinare essenziale per la gestione ottimale del paziente. Tra queste figurano:

  • Il fisiatra e il fisioterapista per la riabilitazione post-traumatica o post-chirurgica
  • Il reumatologo per le patologie infiammatorie articolari
  • Il neurologo per problematiche che coinvolgono il sistema nervoso periferico
  • Il radiologo per l’interpretazione degli esami di imaging
  • L’anestesista per la gestione perioperatoria e il trattamento del dolore
  • Il tecnico ortopedico per la realizzazione di ortesi, tutori e ausili

Quali patologie tratta

L’ortopedico si occupa di un ampio spettro di condizioni patologiche, tra cui:

Quando rivolgersi all’ortopedico

È importante sottolineare che i sintomi descritti di seguito possono essere causati da diverse condizioni, non necessariamente di pertinenza ortopedica, e che l’elenco non è esaustivo. La valutazione del medico di medicina generale rappresenta spesso il primo passo per un corretto inquadramento diagnostico.

In generale il medico di base può gestire problematiche muscolo-scheletriche lievi o comuni, come contusioni minori, dolori articolari occasionali o stiramenti muscolari non gravi, mentre è consigliabile consultare uno specialista ortopedico nelle seguenti situazioni:

  • Dolore persistente a carico di articolazioni, ossa o muscoli che non migliora con riposo e terapie di primo livello dopo 1-2 settimane
  • Limitazione funzionale che interferisce con le attività quotidiane (difficoltà a camminare, salire le scale, sollevare oggetti)
  • Deformità evidenti a carico di arti o colonna vertebrale
  • Instabilità articolare con episodi di cedimento o sensazione di “scatto”
  • Tumefazioni persistenti a carico di articolazioni o tessuti molli
  • Crepitii articolari associati a dolore durante il movimento
  • Risultati anomali di esami radiologici o di laboratorio che suggeriscono patologie muscolo-scheletriche

Segnali d’allarme: quando intervenire subito

Alcune situazioni richiedono una valutazione ortopedica urgente o l’accesso al pronto soccorso:

  • Trauma acuto con deformità evidente, impotenza funzionale completa o dolore intenso
  • Sospetta frattura (dolore intenso, gonfiore, impossibilità di carico o movimento)
  • Lussazione articolare (deformità evidente dell’articolazione)
  • Ferite profonde in prossimità di articolazioni o con esposizione di strutture ossee
  • Dolore improvviso e intenso associato a gonfiore e arrossamento articolare, specialmente se accompagnato da febbre (possibile artrite settica)
  • Deficit neurologici acuti come perdita di sensibilità o forza agli arti (possibile compressione nervosa o midollare)

Condizioni che necessitano monitoraggio specialistico

Alcune patologie richiedono controlli ortopedici periodici:

  • Deformità vertebrali evolutive come la scoliosi in età adolescenziale
  • Patologie articolari degenerative in progressione
  • Esiti di interventi chirurgici ortopedici
  • Patologie congenite dell’apparato muscolo-scheletrico
  • Osteoporosi severa con fratture da fragilità

Come prepararsi alla visita

Per ottimizzare la visita ortopedica è consigliabile:

  • Portare tutta la documentazione medica precedente relativa al problema in questione (referti di visite specialistiche, esami di laboratorio, esami radiologici con CD e referti)
  • Preparare un elenco dei farmaci assunti regolarmente, inclusi integratori e prodotti da banco
  • Annotare la cronologia dei sintomi: quando sono iniziati, come si sono evoluti, cosa li peggiora o li migliora
  • Indossare abbigliamento comodo che permetta di esporre facilmente la parte da esaminare
  • Portare eventuali ausili utilizzati (bastoni, tutori, plantari)
  • Se si tratta di problemi agli arti inferiori, portare le calzature abitualmente utilizzate per valutarne l’usura
  • Preparare una lista di domande da porre al medico per non dimenticare aspetti importanti

Come si svolge la visita

Una visita ortopedica tipica si articola in diverse fasi:

Inizialmente, l’ortopedico raccoglie l’anamnesi, ovvero la storia clinica del paziente, ponendo domande specifiche sul problema attuale, su eventuali traumi pregressi, patologie concomitanti e terapie in corso. Questa fase è fondamentale per inquadrare correttamente il problema.

Segue l’esame obiettivo, durante il quale il medico osserva, palpa e valuta la mobilità della regione interessata. L’ortopedico può richiedere al paziente di eseguire specifici movimenti o manovre per valutare la funzionalità articolare, la forza muscolare e la presenza di instabilità o deficit. In caso di problemi alla colonna vertebrale, potrebbe essere necessario osservare la postura e la deambulazione.

Al termine della visita lo specialista formula una diagnosi o un’ipotesi diagnostica e propone un piano terapeutico, che può includere terapie conservative (farmaci, fisioterapia, infiltrazioni) o, nei casi che lo richiedono, un intervento chirurgico. Inoltre, può prescrivere esami diagnostici per confermare o approfondire la diagnosi.

Esami diagnostici frequentemente prescritti

Gli esami di primo livello possono includere:

  • Radiografia: fondamentale per visualizzare le strutture ossee e identificare fratture, artrosi o alterazioni morfologiche
  • Ecografia: utile per valutare tendini, legamenti, muscoli e borse
  • Esami ematochimici: per escludere patologie infiammatorie, infettive o metaboliche

Gli esami di secondo livello, prescritti in base alle necessità diagnostiche, possono comprendere:

  • Risonanza Magnetica (RM): offre immagini dettagliate di tutte le strutture muscolo-scheletriche, particolarmente utile per lesioni legamentose, meniscali, cartilaginee e dei tessuti molli
  • Tomografia Computerizzata (TC): fornisce immagini tridimensionali dettagliate delle strutture ossee, utile per fratture complesse o per la pianificazione chirurgica
  • Scintigrafia ossea: evidenzia aree di aumentato metabolismo osseo, utile per identificare fratture occulte, metastasi o processi infiammatori
  • Elettromiografia (EMG): valuta la funzionalità dei nervi periferici e dei muscoli, utile in caso di sospetta compressione nervosa
  • Artrocentesi: prelievo di liquido articolare per analisi microbiologiche, citologiche e chimico-fisiche
  • Densitometria ossea (MOC): misura la densità minerale ossea, fondamentale nella diagnosi di osteoporosi

Sottospecializzazioni e differenze con altre figure correlate

L’ortopedia moderna si è progressivamente suddivisa in diverse sottospecializzazioni, ognuna focalizzata su specifiche aree anatomiche o patologie:

  • Chirurgia della mano: tratta patologie traumatiche, degenerative e malformative della mano e del polso
  • Chirurgia del ginocchio: specializzata in patologie legamentose, meniscali e protesica del ginocchio
  • Chirurgia dell’anca: focalizzata sulla protesica e sulle patologie dell’articolazione coxo-femorale
  • Chirurgia della spalla e del gomito: tratta instabilità, lesioni della cuffia dei rotatori e artrosi di queste articolazioni
  • Chirurgia del piede e della caviglia: si occupa di deformità, patologie degenerative e traumatiche di queste regioni
  • Chirurgia vertebrale: tratta patologie degenerative, deformità e traumi della colonna vertebrale
  • Ortopedia pediatrica: focalizzata sulle patologie muscolo-scheletriche dell’età evolutiva
  • Ortopedia oncologica: specializzata nella diagnosi e trattamento dei tumori dell’apparato muscolo-scheletrico
  • Traumatologia: dedicata al trattamento delle lesioni traumatiche acute dell’apparato muscolo-scheletrico

È importante distinguere l’ortopedico da altre figure professionali con cui spesso collabora:

  • Fisiatra: medico specializzato in Medicina Fisica e Riabilitativa, si occupa del recupero funzionale dopo traumi, interventi chirurgici o in presenza di disabilità, prescrivendo programmi riabilitativi personalizzati
  • Reumatologo: specialista che tratta principalmente le patologie infiammatorie sistemiche che coinvolgono le articolazioni (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, ecc.)
  • Neurochirurgo: si occupa di patologie chirurgiche del sistema nervoso, incluse quelle della colonna vertebrale che comportano compressione midollare o radicolare
  • Fisioterapista: professionista sanitario non medico che esegue materialmente i trattamenti riabilitativi prescritti dal medico
  • Tecnico ortopedico: professionista sanitario che realizza, adatta e applica protesi, ortesi e ausili su prescrizione medica

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