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Cos’è l’allergologia? Cosa fa l’allergologo?

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Cos’è l’allergologia?

L’allergologia è la branca della medicina che si occupa della diagnosi, della prevenzione e del trattamento delle malattie allergiche.

Le allergie sono reazioni anomale e sproporzionate del sistema immunitario verso sostanze normalmente innocue presenti nell’ambiente (allergeni), come ad esempio

L’allergologia è strettamente correlata all’immunologia, poiché le allergie sono fondamentalmente disfunzioni del sistema immunitario.

Le allergie sono in costante aumento nei paesi industrializzati, un fenomeno che gli scienziati collegano alla cosiddetta “ipotesi igienica”: ambienti troppo puliti privano il sistema immunitario di stimoli necessari durante lo sviluppo, portandolo a reagire in modo inappropriato a sostanze innocue. Per quanto questa teoria sia supportata da alcune evidenze, il dibattito scientifico rimane comunque aperto.

Come si diventa allergologo?

Mezzo busto di un medico

Leonardo AI

In Italia per diventare allergologo è necessario conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni), superare l’esame di Stato per l’abilitazione professionale e poi completare una specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica della durata di 4 anni.

Alcuni medici accedono all’allergologia anche dopo una specializzazione in Medicina Interna, Pneumologia o Dermatologia, completando successivamente master o corsi di perfezionamento specifici in allergologia.

Di cosa si occupa l’allergologo?

L’allergologo si occupa di identificare gli allergeni responsabili delle reazioni avverse (riconoscere e diagnosticare un’allergia), valutare il meccanismo immunologico coinvolto e soprattutto stabilire un piano terapeutico personalizzato (terapia). Più nello specifico i suoi principali compiti annoverano:

  • Individuare gli specifici allergeni che scatenano i sintomi nel paziente
  • Prescrivere terapie farmacologiche per il controllo dei sintomi
  • Elaborare strategie di prevenzione e di evitamento degli allergeni
  • Effettuare, quando indicata, l’immunoterapia specifica (vaccini antiallergici)
  • Educare il paziente alla gestione della propria condizione allergica
  • Prescrivere e insegnare l’uso di farmaci d’emergenza (come l’adrenalina autoiniettabile nei casi di allergie gravi)

Quali patologie tratta?

L’allergologo si occupa di numerose condizioni, tra cui:

Come si svolge la visita?

Una visita allergologica tipica comprende diverse fasi:

  1. Anamnesi dettagliata: L’allergologo raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente, sui sintomi, sulla loro frequenza e intensità, sui fattori scatenanti sospetti e sulla storia familiare di allergie.
  2. Esame obiettivo: Viene condotto un esame fisico con particolare attenzione agli organi più frequentemente coinvolti nelle reazioni allergiche (pelle, vie respiratorie, occhi).
  3. Test allergologici:
    • Prick test: Consiste nell’applicare piccole gocce di estratti allergenici sulla pelle dell’avambraccio o della schiena e poi praticare una leggera puntura superficiale. Se il paziente è allergico a quella sostanza, entro 15-20 minuti si svilupperà un pomfo (rigonfiamento) arrossato.
    • Patch test: Utile per diagnosticare le dermatiti da contatto, prevede l’applicazione di cerotti contenenti allergeni sulla schiena del paziente per 48 ore.
    • Test di provocazione: In casi rigorosamente selezionati si somministra l’allergene sospetto sotto stretto controllo medico per verificare se provoca sintomi.
    • Prelievo ematico: Per dosaggi di IgE totali e specifiche verso determinati allergeni
  4. Diagnosi e piano terapeutico: Al termine della visita, l’allergologo formula una diagnosi e propone un piano terapeutico che può includere:
    • Farmaci (antistaminici, corticosteroidi, antileucotrieni, …)
    • Consigli su come evitare gli allergeni identificati
    • Eventuale immunoterapia specifica (vaccini antiallergici)
    • Piano d’azione per le emergenze nei casi di allergie gravi

Quando rivolgersi all’allergologo?

È consigliabile consultare un allergologo nelle seguenti situazioni:

  • Sintomi respiratori stagionali o perenni (starnuti frequenti, naso chiuso o che cola, tosse, difficoltà respiratorie), eventualmente associati a sintomi oculari ricorrenti (arrossamento, prurito, lacrimazione)
  • Reazioni cutanee frequenti e/o inspiegabili (orticaria, eczema, prurito diffuso)
  • Sospetta allergia alimentare (reazioni dopo l’ingestione di determinati cibi)
  • Reazioni avverse a farmaci
  • Reazioni esagerate a punture di insetti
  • Episodi di anafilassi o shock allergico
  • Asma allergica non adeguatamente controllata
  • Sintomi di natura allergica che interferiscono con la qualità della vita (disturbi del sonno, limitazioni nelle attività quotidiane)
  • Inefficacia dei comuni farmaci da banco nel controllare i sintomi allergici

Differenze con altre figure correlate

Allergologo vs Immunologo

Sebbene in Italia la specializzazione sia congiunta (Allergologia e Immunologia Clinica), esistono differenze nell’ambito di azione:

  • L’allergologo si concentra principalmente sulle reazioni allergiche, che rappresentano una risposta immunitaria inappropriata verso sostanze innocue.
  • L’immunologo clinico ha un campo d’azione più ampio e si occupa di tutte le disfunzioni del sistema immunitario, incluse le immunodeficienze (dove il sistema immunitario è indebolito), le malattie autoimmuni (dove il sistema immunitario attacca i tessuti propri dell’organismo) e i disturbi dell’immunoregolazione.

Allergologo vs Pneumologo

  • L’allergologo si occupa di tutte le manifestazioni allergiche, indipendentemente dall’organo coinvolto.
  • Il pneumologo tratta tutte le patologie dell’apparato respiratorio, sia di origine allergica che non allergica.

Nel caso dell’asma, ad esempio, un paziente potrebbe essere seguito da entrambi gli specialisti, con l’allergologo che si concentra sull’identificazione e gestione dei trigger allergici e il pneumologo che monitora la funzionalità polmonare e gestisce gli aspetti respiratori della malattia.

Allergologo vs Dermatologo

  • L’allergologo diagnostica e tratta le manifestazioni cutanee di origine allergica.
  • Il dermatologo si occupa di tutte le patologie della pelle, sia allergiche che non.

Per condizioni come la dermatite atopica o l’orticaria cronica, spesso è utile un approccio collaborativo tra queste due figure specialistiche.

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