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È sempre necessario terminare un antibiotico?

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Gli antibiotici sono tra i farmaci più preziosi mai sviluppati, ma il loro utilizzo deve essere gestito con attenzione. Tra i consigli che ci sentiamo ripetere più spesso, c’è quello di completare sempre l’intera terapia antibiotica, anche se ci sentiamo meglio.

Ma cosa dice la scienza a riguardo? È davvero sempre necessario terminare un ciclo di antibiotici?

Il principio tradizionale: completare sempre la terapia

Per decenni la regola d’oro è stata che interrompere una terapia antibiotica prima della fine potesse:

  • Non eliminare completamente i batteri responsabili dell’infezione.
  • Favorire lo sviluppo di resistenze batteriche.

Questo consiglio nasceva da un principio precauzionale legittimo, basato su osservazioni storiche e sul timore di infezioni recidivanti o croniche.

Cosa dice la ricerca recente?

Studi più recenti hanno tuttavia iniziato a mettere in discussione l’assunto che completare la terapia sia sempre necessario. La nuova evidenza suggerisce che prolungare inutilmente l’uso degli antibiotici può

  • aumentare il rischio di effetti collaterali (come diarrea, nausea, reazioni allergiche),
  • contribuire alla resistenza antimicrobica (proprio la ragione per cui in passato si consigliava di non sospendere anticipatamente).

Negli ultimi anni sono state condotte molte ricerche sulla durata dei cicli di antibiotici, per determinare la durata più breve possibile necessaria per uccidere completamente tutti i batteri nei diversi casi, con la produzione di linee guida aggiornate a cui fare riferimento.

In questo senso, posto che sentirsi meglio non significa sempre che l’infezione sia completamente scomparsa, stanno emergendo prove che cicli di antibiotici più brevi possono essere efficaci quanto quelli più lunghi per alcune infezioni.

Trattamenti ridotti in modo mirato presentano poi ulteriori vantaggi:

  • hanno maggiori probabilità di essere completati correttamente,
  • hanno meno effetti collaterali
  • e sono anche probabilmente più economici.

Riducono anche l’esposizione dei batteri agli antibiotici, riducendo così la velocità con cui il patogeno sviluppa resistenza.

Quando è necessario completare la terapia?

Ragazza influenzata con in mano una scatola di farmaci

Shutterstock/Roman Samborskyi

Nonostante le nuove indicazioni, ci sono situazioni in cui terminare l’intera terapia antibiotica rimane necessario, come ad esempio:

  • Infezioni gravi o complicate: ad esempio meningite, osteomielite o endocardite, dove anche la persistenza di batteri può avere conseguenze devastanti.
  • Pazienti immunodepressi: il loro sistema immunitario potrebbe non essere in grado di eliminare completamente i batteri eventualmente residui.
  • Infezioni croniche o ricorrenti: come la tubercolosi, che richiede cicli antibiotici prolungati e rigorosi.

Se mi sento guarito posso interrompere l’antibiotico?

Sentirsi meglio durante una terapia antibiotica può essere fuorviante.

Spesso i sintomi scompaiono prima che l’infezione sia completamente debellata, perché gli antibiotici iniziano a ridurre la carica batterica rapidamente. ma interrompere il trattamento senza consultare il medico può lasciare una popolazione residua di batteri non eliminati, che potrebbe riprendere a proliferare, causando una recidiva.

È quindi ragionevole in alcuni casi sospendere prima del previsto la terapia, ma solo dopo aver valutato con il medico l’effettiva e completa risoluzione dell’infezione e il rischio di complicazioni, assicurandosi che la decisione sia supportata da criteri clinici solidi e aggiornati.

Come comportarsi nella pratica quotidiana?

  1. Seguite sempre le indicazioni del medico: Non interrompete la terapia senza consultarlo, anche se vi sentite meglio.
  2. Non auto-prescrivetevi antibiotici: Ogni infezione è diversa e richiede un approccio personalizzato, ad esempio spesso NON è necessario per l’influenza.
  3. Monitorate gli effetti collaterali: Se si verificano reazioni avverse, segnalatele immediatamente al medico, ma non interrompete la terapia senza il suo parere, a meno di effetti collaterali gravi.

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