Variante Eris
Nell’ultimo bollettino pubblicato dal Ministero (settimana dal 9 al 15 novembre) la variante predominante risultava essere EG.5, ovvero Eris, in accordo peraltro alla situazione internazionale.
Secondo il documento di valutazione del rischio prodotto dall’OMS in data 21 novembre, sulla base delle prove disponibili il rischio per la salute pubblica rappresentato da Eris è valutato basso a livello globale. Nonostante la diffusione (favorita dal vantaggio di crescita e capacità di fuga immunitaria rispetto alle altre varianti, non sono stati finora segnalati cambiamenti nella gravità della malattia.
Più in particolare
- Le varianti EG.5 rappresentano oltre il 51% delle varianti SARS-CoV-2 in circolazione globale. Sono state segnalate in 93 paesi.
- EG.5 comprende diverse sottolinee (come HV.1, HK.3, EG.5.1.1 e JG.3). Le mutazioni aggiuntive in queste sottolinee includono cambiamenti nella proteina spike e altre proteine, che possono influenzare l’evitamento degli anticorpi e altre caratteristiche del virus.
- La valutazione del rischio aggiornata per EG.5 e le sue sottolinee indica un rischio per la salute pubblica classificato come basso a livello globale. Nonostante EG.5 mostri un vantaggio di crescita e proprietà di elusione immunitaria rispetto ad altre varianti in circolazione, non ci sono stati cambiamenti riportati nella gravità della malattia fino ad oggi.
- EG.5 ha mostrato alcune proprietà di elusione degli anticorpi, ma non ci sono segnalazioni di un aumento della gravità della malattia rispetto ad altre sottolinee Omicron.
Le osservazioni attuali inducono a un cauto ottimismo, suggerendo che la vaccinazione o una precedente infezione naturale contro sia in grado di prevenire con buona efficacia forme gravi e decessi.

Shutterstock/Estrada Anton
Quali sintomi?
È esperienza comune che i sintomi siano diversi rispetto a quelli di inizio pandemia, ad oggi i disturbi più comuni sono sono difficilmente distinguibili da quelli causati da raffreddore e influenza (si noti anche l’ampio spettro di gravità, senza dimenticare che c’è chi NON manifesta alcun sintomo).
Più in generale possono manifestarsi uno o più dei seguenti sintomi:
- stanchezza e malessere,
- naso che cola e congestione nasale,
- mal di gola,
- mal di testa,
- voce rauca,
- tosse secca,
- febbre,
- difficoltà respiratorie,
- dolori muscolari e articolari.
Benché ancora osservati, sono decisamente meno comuni i disturbi di olfatto e gusto.
Risulta quindi particolarmente complesso distinguere COVID e influenza, anche alla luce del fatto che entrambe le infezioni sono attualmente in forte crescita.
Le regole oggi
Attraverso un provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri del 7 agosto 2023 è stata cancellata la necessità di isolamento per i soggetti positivi al Covid-19, anche se ovviamente rimane consigliata una scrupolosa attenzione per ridurre il rischio di contagio verso altri.
Ugualmente, per le persone che sono venute a contatto con casi di Covid-19 non si applica più alcuna misura restrittiva, mentre si raccomanda semplicemente attenzione all’eventuale comparsa di sintomi suggestivi di infezione (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza, …) nei giorni immediatamente successivi al contatto.
La situazione in Italia
E Pirola?
Pirola è il nome della variante BA.2.86, che nell’ultimo flash survey italiano rendeva conto di una minima percentuale di casi (1.3%), ma in crescita; secondo le valutazioni OMS pubblicate in data 21 novembre è stata segnalata in diversi Paesi e la diffusone è andata lentamente aumentando a livello globale.
Sulla base delle limitate prove oggi disponibili, il rischio per la salute pubblica rappresentato da Pirola è tuttavia valutato attualmente basso, grazie alla capacità immunitaria acquisita che sembra in grado di proteggere soprattutto contro le forme gravi (ma anche contro le malattie sintomatiche) ed è quindi improbabile che l’emergere di questa variante sia in grado di mettere sotto pressione i sistemi sanitari pubblici nazionali.
Più in particolare secondo l’OMS:
- BA.2.86 è stata segnalata in diversi Paesi del mondo e la sua prevalenza sta aumentando lentamente a livello globale.
- BA.2.86 è una linea discendente di BA.2. Le sequenze iniziali di BA.2.86 provenienti da Israele e Danimarca mostrano 34 sostituzioni di aminoacidi rispetto a BA.2 e 36 rispetto a XBB.1.5. Questo numero di mutazioni nella proteina spike è paragonabile a quelle delle prime varianti Omicron rispetto allo strain indice di SARS-CoV-2.
- Al 20 novembre 2023 le sequenze di BA.2.86 rappresentano l’8.9% delle sequenze disponibili globalmente nella settimana epidemiologica 44. Il Regno Unito, la Francia, e la Svezia hanno segnalato la maggior parte delle sequenze.
- L’OMS valuta il rischio per la salute pubblica globale come basso. Nonostante il potenziale di BA.2.86 di causare aumenti di infezioni, non ci sono indicazioni che la gravità della malattia associata sia superiore rispetto ad altre varianti circolanti.
- Studi indicano che l’immunità preesistente, specialmente contro le malattie gravi, è altamente cross-reattiva a BA.2.86. Inoltre, la memoria delle cellule T è stata rilevata come molto duratura e cross-reattiva verso BA.2.86.
L'articolo Qual è la variante del COVID oggi? Quali sono i sintomi? proviene da Healthy The Wom.