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Il vero pericolo dei pesticidi
I pesticidi sono una minaccia concreta, violenta e straordinariamente tragica per la tua salute, ma non per le ragioni che potresti pensare…
Se mi conosci sai quanto sia raro che m’impunti davvero su qualcosa:
- Sono vegano ma non ritengo che sia necessario esserlo, sensibilità animalista a parte, ai fini pragmatici di una buona salute.
- Sono astemio e, benché convinto del fatto che non esista dose minima sicura, mi sento intellettualmente abbastanza onesto da ritenere che quando si è in grado di mantenere il controllo su dosi davvero ridotte il rischio sia clinicamente quasi trascurabile.
- Ritengo che il cibo industriale sia sostanzialmente veleno, ma allo stesso tempo in ottica di sostenibilità della dieta penso che se ne possa fare un consumo ragionevole, in cui cioè il rapporto rischio beneficio sia comunque favorevole…
Ecco vedi… il punto è sempre questo… il rapporto rischio beneficio… sono profondamente convinto che alla fine della fiera le decisioni in ambito nutrizionale (e non solo!) vadano sempre prese con mentalità matematica, non sulla base di emozioni o preconcetti. Insomma, con la testa, non con la pancia.
E in base al rapporto rischio beneficio sono assolutamente certo del fatto che, ad oggi, un consumo quotidiano di abbondante frutta e verdura sia non solo utile, ma imprescindibile per la tua salute… e che il vero pericolo dei pesticidi risieda nel loro potenziale di dissuaderti dal consumare questi alimenti essenziali, a causa di timori legittimi e comprensibili, ma che in termini pratici non giustificano alcuna decisione di rinuncia. Lascia che ti spieghi il perché.
Cosa sono i pesticidi e la legge
Partiamo da quale noiosa definizione ma, te lo prometto, sarò brevissimo… perché quello che m’interessa di più è dimostrarti che anche se non dovessi credere ai rapporti prodotti dagli organismi internazionali, faresti bene comunque a mangiare frutta e verdura.
Tanta… frutta e verdura.
L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, definisce i residui di pesticidi
quantità misurabili di sostanze attive (sostanze chimiche usate per proteggere le piante da malattie e organismi nocivi) e loro [sottoprodotti] che possono trovarsi negli alimenti di origine vegetale e/o animale.
L’Unione europea dispone di rigide norme che disciplinano l’impiego dei pesticidi, norme scritte a tutela dei consumatori sulla base del principio di cautela, ovvero con l’obiettivo di proteggere sempre il consumatore più vulnerabile (ad esempio i bambini o i soggetti fragili in genere) e prevedendo limiti particolarmente stringenti in caso di situazioni dubbie, attraverso ampissimi margini di sicurezza, sia in termini di esposizione acuta che cronica, ovvero di possibile accumulo.
Per garantire che gli alimenti commercializzati rispettino tali limiti esiste un programma di controllo annuale condotto da tutti gli Stati membri, che consente all’EFSA di valutare periodicamente eventuali criticità e rispondere di conseguenza. Inutile dire che da un punto di vista pratico i limiti vengono poi applicati, e quindi verificati, sia sulla produzione interna che sugli alimenti importati… ma diciamo la verità, questi sono aspetti noiosi, su cui peraltro non ho specifiche competenze. Allo stesso modo non parlerò dei rischi ambientali, quello che m’interessa discutere è invece del rapporto rischio beneficio del consumo di frutta e verdura.
Le linee guida alimentari
Tutte le linee guida consigliano di consumare abbondanti quantità quotidiane di frutta e verdura… ma non sarà pericoloso? Non sarà che i rischi di salute superino i benefici?
No, ecco perché.
Gli ultimi dati raccolti e disponibili (relativi al 2021) mostrano che il 96% dei quasi 90000 campioni analizzati rientrava nel livello massimo di residui ammesso, e nota che un valore superiore ai limiti NON significa necessariamente che sia pericoloso, proprio per il principio di cautela di cui parlavamo prima.
Come sintetizza con la consueta chiarezza il Dr. Bernardini in un articolo che ti invito a leggere per intero, parafrasandolo un po’:
[Il rischio pratico è] di introdurre [quantità di fitofarmaci in un anno pari alla] terza parte di una quantità che potremmo ingerire senza danno in un giorno, ogni giorno, per tutta la vita.
Anche se fossi scettica verso il lavoro dell’EFSA, t’invito a riflettere su alcuni aspetti molto importanti quando si parla di pesticidi e del perché sia sbagliato fare di tutta l’erba un fascio:
- Solo alcuni pesticidi sono sospettati di essere tossici ed è anche per questo che dobbiamo distinguere tra sostanze vietate e sostanze ammesse e di queste ultime quello che conta è la dose effettivamente capace di causare problemi. È sempre il solito discorso, Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.
- A proposito di dose, attenzione a non confondere le quantità utilizzate durante la produzione con i residui che arrivano effettivamente nel tuo piatto; le valutazioni EFSA tengono conto anche di questo aspetto.
- E poi un aspetto chiave, a cui tengo molto: togliamoci dalla testa l’idea che i pesticidi naturali siano più sicuri di quelli artificiali… non è necessariamente così. Come un farmaco naturale non è necessariamente più sicuro di uno sintesi, lo stesso vale per pesticidi e fitofarmaci in particolare.
Ecco perché mangiare frutta e verdura
Ma veniamo finalmente agli aspetti pratici, quelli che mi convincono della necessità di consumare frutta e verdura quotidianamente: la letteratura disponibile ci dimostra che un abbondante consumo di frutta e verdura è associato a minori rischi di malattia…
Ne abbiamo ad esempio parlato poco tempo fa in un altro articolo, portando come esempio uno studio pubblicato su Stroke che dimostra come più frutta e verdura si consuma e più si riduce il rischio di ictus, ma questo è solo uno delle centinaia di ricerche che puntano tutte nella stessa direzione, con ad esempio una riduzione del rischio di
e potrei continuare.
Per onestà intellettuale va sicuramente detto che si tratta soprattutto di studi osservazionali, ma che tuttavia soddisfano sostanzialmente tutti i criteri di un possibile rapporto di causa ed effetto:
- Numerosi studi hanno mostrato un’associazione quantitativamente significativa,
- questa associazione è stata osservata in diverse popolazioni e con vari metodi di studio, suggerendo un’apprezzabile coerenza nei risultati,
- sono state rilevate specifiche relazioni, ad esempio con ictus e determinati tumori,
- si osserva chiaramente il principio di temporalità, ovvero un consumo regolare di frutta e verdura precede la riduzione del rischio di malattie,
- quasi tutti gli studi più potenti, come quello citato prima relativamente agli ictus, consentono di calcolare una curva dose-risposta,
- per cui esiste tra l’altro una concreta plausibilità biologica, legata ai meccanismi d’azione espressi dalla fibra e dalle altre sostanze tipiche contenute,
- che dimostra peraltro coerenza con l’attuale comprensione di nutrizione e della fisiologia umana.
Ti faccio peraltro notare che questi studi non sono condotti in oasi naturali biologiche dove non esistono microrganismi patogeni, al contrario, sono studi che si applicano su popolazioni reali che comprano frutta e verdura come facciamo noi: un po’ al supermercato, un po’ al negozio bio, un po’ presso il fruttivendolo e un po’ dall’amico contadino.
Questo a mio avviso dimostra che un consumo regolare di frutta e verdura è da promuovere a prescindere, anche acquistando quella di primo prezzo al discount: il rapporto rischio beneficio sarà comunque positivo.
Come dobbiamo scegliere?
Detto questo possiamo comunque concludere con qualche ragionamento su come aumentare ulteriormente i benefici, magari optando per frutti nutrizionalmente più ricchi, e riducendo i rischi, ovvero con tracce minori di pesticidi.
Tendenzialmente preferire la produzione bio è una buona idea, perché si riduce un pochino il ventaglio delle possibili esposizioni, ma ti dirò… personalmente acquisto con grande soddisfazione da un produttore locale che non sarà bio, ma con il quale ho un rapporto di fiducia che che compensa l’assenza di certificazioni. Senza entrare troppo nel tecnico, ricorda che un prodotto bio non è necessariamente privo di residui di fitofarmaci tradizionali, la legislazione è più complessa di così.
Per la questione buccia ne abbiamo già parlato anche in passato, ma personalmente arrivo alle stesse conclusioni: i vantaggi superano i rischi. La ricchezza nutrizionale delle bucce giustifica un’eventuale esposizione superiore alle tracce residue.
E concludiamo con un aspetto troppo spesso sottovalutato: ricorda, il rischio derivante dai pesticidi, così come quello di altre minacce legate agli alimenti come l’inquinamento, è sempre proporzionale alla dose. La varietà riduce il rischio di accumulo e di effetti tossici: la varietà stagionale, la varietà nella modalità di cottura, anche la varietà nelle fonti di approvvigionamento se vogliamo… In quest’ottica può anche avere senso dare un occhio alle offerte… una volta renderanno più accessibile il peperone bio, una volta ti permetteranno di fare scorta di mirtilli e la volta dopo invece di mele… Idem sui canali d’acquisto: se capiti al mercato per caso, anche se normalmente non ti servi lì, approfittane… sarà un modo per variare… magari il peperone di quel produttore conterrà più pesticida pincopallo ma anche più vitamina C, meno pesticida vattelapesca e meno vitamina A di quello che prendi normalmente. Va bene così!
Anche se tutti questi produttori usassero pesticidi, è possibile che le scelte possano essere leggermente diverse e così tu ridurresti il rischio di accumulo…
Ma soprattutto…
E infine… dimmi la verità… rinunci a mangiare frutta e verdura a causa dei pesticidi per cosa…
- per la carne di allevamento intensivo?
- per il latte da mucche che non hanno mai visto né sole né erba fresca?
- per il pesce pieno di mercurio?
- per noci che non sai da dove arrivino?
E fai tutte queste scelte vivendo a Milano, dove l’aria è probabilmente un po’ diversa da quella di una giunga incontaminata… Credimi, i pesticidi sono l’ultimo dei tuoi problemi, ma gli ortaggi possono invece essere i tuoi migliori alleati.

Fonte: Canva
L'articolo PESTICIDI: cosa sono e a cosa DEVI fare attenzione proviene da Healthy The Wom.