Cos’è la lipidologia
La lipidologia è la branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e del trattamento dei disturbi del metabolismo lipidico, con particolare attenzione alle dislipidemie (alterazioni dei livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue).
Questa specialità medica riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione cardiovascolare, poiché le alterazioni del profilo lipidico rappresentano uno dei principali fattori di rischio modificabili per malattie come infarto, ictus e arteriopatia periferica.
Come si diventa lipidologo
In Italia la lipidologia non costituisce una specializzazione medica autonoma, ma rappresenta una competenza specifica acquisita attraverso percorsi formativi complementari. Il percorso formativo tipico prevede:
- Laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni)
- Specializzazione in Medicina Interna, Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Endocrinologia o altre discipline affini (4-5 anni)
- Master universitari di II livello in Lipidologia o Dislipidemie
- Corsi di perfezionamento e aggiornamento continuo
Molti lipidologi sono membri della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA) o della European Atherosclerosis Society (EAS), società scientifiche che promuovono la formazione continua e la ricerca in questo campo.
Di cosa si occupa il lipidologo

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Il lipidologo si dedica alla gestione clinica dei pazienti con alterazioni del metabolismo lipidico, con un approccio che integra:
- Valutazione del rischio cardiovascolare globale
- Diagnosi e caratterizzazione delle dislipidemie (primitive o secondarie)
- Identificazione delle dislipidemie familiari, condizioni genetiche che richiedono un trattamento precoce e intensivo
- Elaborazione di strategie terapeutiche personalizzate, che combinano modifiche dello stile di vita e terapie farmacologiche
- Gestione degli effetti collaterali delle terapie ipolipemizzanti
- Monitoraggio dell’efficacia dei trattamenti nel tempo
Il lipidologo collabora frequentemente con cardiologi, diabetologi, nutrizionisti e medici di medicina generale per garantire un approccio multidisciplinare alla prevenzione cardiovascolare.
Quali patologie tratta
Le principali condizioni cliniche di cui si occupa il lipidologo includono:
- Ipercolesterolemia familiare: disturbo genetico caratterizzato da livelli molto elevati di colesterolo LDL fin dall’infanzia
- Iperlipidemia familiare combinata: condizione caratterizzata da elevati livelli di colesterolo e/o trigliceridi
- Ipertrigliceridemia: aumento patologico dei trigliceridi nel sangue
- Disbetalipoproteinemia: accumulo di remnant lipoproteici
- Ipoalfalipoproteinemia: ridotti livelli di colesterolo HDL
- Dislipidemie secondarie: alterazioni lipidiche conseguenti ad altre patologie (diabete, ipotiroidismo, sindrome nefrosica, epatopatie)
- Xantomatosi: depositi cutanei di lipidi associati a dislipidemie severe
- Intolleranza alle statine: gestione dei pazienti che sviluppano effetti collaterali con le terapie convenzionali
Quando rivolgersi al lipidologo
È importante sottolineare che i sintomi descritti di seguito possono essere causati da numerose condizioni diverse e che l’elenco non è esaustivo. La valutazione iniziale spetta sempre al medico di medicina generale, che può indirizzare allo specialista quando necessario.
Il medico di base può gestire le forme lievi o moderate di dislipidemia, mentre è consigliabile la consulenza lipidologica nei seguenti casi:
- Livelli di colesterolo LDL persistentemente elevati (>190 mg/dl) nonostante la terapia di primo livello
- Trigliceridi molto elevati (>500 mg/dl)
- Sospetto di dislipidemia familiare (storia familiare di malattie cardiovascolari precoci o livelli lipidici elevati)
- Presenza di xantomi (noduli giallastri sulla pelle, tendini o palpebre) o arco corneale prematuro
- Intolleranza o effetti collaterali significativi alle terapie ipolipemizzanti standard
- Malattia cardiovascolare precoce (prima dei 55 anni negli uomini, prima dei 65 nelle donne)
- Dislipidemie in gravidanza o in età pediatrica
- Dislipidemie complesse o resistenti alla terapia convenzionale
Segnali d’allarme: quando intervenire subito
Alcune situazioni richiedono una valutazione urgente:
- Trigliceridi estremamente elevati (>1000 mg/dl) per rischio di pancreatite acuta
- Comparsa improvvisa di xantomi o lipemia retinica (aspetto lattescente dei vasi retinici)
- Dolore addominale acuto in pazienti con ipertrigliceridemia severa
Condizioni che necessitano monitoraggio specialistico
Alcune categorie di pazienti beneficiano di un follow-up lipidologico regolare:
- Pazienti con ipercolesterolemia familiare o altre dislipidemie genetiche
- Pazienti con malattia cardiovascolare precoce o recidivante
- Pazienti in terapia con farmaci ipolipemizzanti di seconda linea (inibitori di PCSK9, acido bempedoico)
- Pazienti sottoposti a LDL-aferesi (procedura di rimozione extracorporea del colesterolo)
- Bambini e adolescenti con dislipidemie severe
Come prepararsi alla visita
Per ottimizzare la consulenza lipidologica, è consigliabile:
- Eseguire gli esami del profilo lipidico completo a digiuno (12 ore) nei giorni precedenti la visita
- Portare tutti gli esami ematochimici degli ultimi 12-24 mesi
- Preparare un elenco di tutti i farmaci assunti, inclusi integratori e prodotti erboristici
- Raccogliere informazioni sulla storia familiare di malattie cardiovascolari e dislipidemie
- Annotare eventuali effetti collaterali riscontrati con precedenti terapie ipolipemizzanti
- Portare documentazione relativa a eventuali eventi cardiovascolari pregressi (referti di ricoveri, coronarografie, ecc.)
- Compilare un diario alimentare di 3-7 giorni (se richiesto)
Come si svolge la visita
Una tipica visita lipidologica comprende diverse fasi:
- Anamnesi dettagliata: raccolta di informazioni su storia personale e familiare, abitudini di vita, sintomi, terapie precedenti
- Esame obiettivo: valutazione di parametri antropometrici (peso, altezza, circonferenza vita), pressione arteriosa, ricerca di segni fisici di dislipidemie (xantomi, xantelasmi, arco corneale)
- Revisione degli esami: analisi del profilo lipidico e di altri parametri biochimici rilevanti
- Calcolo del rischio cardiovascolare: utilizzo di algoritmi specifici (SCORE, Framingham, ecc.)
- Discussione diagnostica: spiegazione del tipo di dislipidemia e delle sue implicazioni
- Elaborazione del piano terapeutico: consigli su dieta, attività fisica e prescrizione di eventuali farmaci
- Programmazione del follow-up: indicazioni su controlli successivi ed esami da eseguire
Esami diagnostici frequentemente prescritti
Gli esami di primo livello includono:
- Profilo lipidico completo (colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi)
- Apolipoproteina B e Apolipoproteina A1
- Lipoproteina(a)
- Glicemia e emoglobina glicata
- Funzionalità epatica e renale
- Funzionalità tiroidea (TSH, FT4)
- CPK (creatinfosfochinasi)
Gli esami di secondo livello, prescritti in casi selezionati, possono comprendere:
- Test genetici per dislipidemie familiari
- Ecografia carotidea con misurazione dell’intima-media
- Calcium score coronarico
- Elettroforesi delle lipoproteine
- Valutazione della funzionalità endoteliale
- Risonanza magnetica cardiaca o angio-TC coronarica
Sottospecializzazioni e differenze con altre figure correlate
La lipidologia si interseca con diverse specialità mediche, ma mantiene caratteristiche distintive:
- Lipidologo vs Cardiologo: mentre il cardiologo si concentra principalmente sulla diagnosi e trattamento delle patologie cardiache, il lipidologo ha una competenza specifica e approfondita nel metabolismo lipidico e nelle strategie terapeutiche per le dislipidemie (gran parte dei lipidologi sono tuttavia cardiologi per formazione accademica)
- Lipidologo vs Endocrinologo: l’endocrinologo tratta un ampio spettro di disturbi ormonali, inclusi quelli che influenzano il metabolismo lipidico, ma il lipidologo ha una formazione più specifica sulle dislipidemie e le loro implicazioni cardiovascolari
- Lipidologo vs Internista: l’internista ha una visione globale del paziente, mentre il lipidologo offre una competenza specialistica nel campo delle dislipidemie
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