- Introduzione
- Valori normali
- Interpretazione dei valori
- Quando viene richiesto l’esame
- Preparazione
- Fattori che possono alterare l’esito
- Rischi
- Fonti e bibliografia
Introduzione
La gamma-glutamil transpeptidasi (GTT o gamma GT) è un enzima con una funzione principale di trasporto, essendo in grado di spostare alcune molecole all’interno dell’organismo; in particolare svolge un ruolo significativo nell’aiutare il fegato a metabolizzare i farmaci e le altre tossine.
È quindi concentrata soprattutto a livello epatico, ma può essere ritrovata anche nella cistifellea, nella milza, nel pancreas e nei reni.
Se presa singolarmente un valore alto può essere suggestivo di un danno al fegato, ma non permette di individuare la condizione che potrebbe aver causato il danno; per questa ragione la misurazione della gamma-GT nel sangue viene solitamente richiesta insieme ad altri enzimi epatici tra cui l’alanina aminotransferasi (ALT), l’aspartato aminotransferasi (AST), la fosfatasi alcalina (ALP) e la bilirubina, dato che la gamma-GT,
Il dosaggio delle GGT avviene in laboratorio, dopo il prelievo del sangue da una vena del paziente.

Il fegato è l’organo deputato all’eliminazione di scorie e tossine (iStock.com/sorbetto)
Valori normali
Il livelli di gamma-GT possono variare a seconda dell’età e del sesso:
- Maschi
- 0 – 11 mesi: inferiore a 178 U/L
- 12 mesi – 6 anni: inferiore a 21 U/L
- 7 – 12 anni: inferiore a 24 U/L
- 13 – 17 anni: inferiore a 43 U/L
- età adulta: 8 – 61 U/L
- Femmine
- 0 – 11 mesi: inferiore a 178 U/L
- 12 mesi – 6 anni: inferiore a 21 U/L
- 7 – 12 anni: inferiore a 24 U/L
- 13 – 17 anni: inferiore a 26 U/L
- età adulta: 5 – 36 U/L
I valori di riferimento possono variare leggermente da un laboratorio all’altro, si invita il lettore a fare sempre riferimento al proprio referto.
Interpretazione dei valori
I valore di gamma-GT possono diagnosticare un danno a carico del fegato, ma senza la possibilità di determinarne la causa; generalmente più è alto il valore, maggiore è la gravità dello scompenso a livello epatico. Al contrario, livelli bassi di gamma-GT non devono preoccupare perché indicativi di un fegato in buona salute.
Valori alti
Tra le cause più comuni di un aumento dei valori ricordiamo:
- abuso di alcol,
- epatite virale cronica,
- ridotto flusso sanguigno al fegato,
- uso eccessivo di alcuni farmaci (barbiturici o alcuni antiepilettici),
- arresto cardiaco,
- tumore al fegato,
- steatosi epatica (fegato grasso),
- cirrosi,
- calcoli alla cistifellea,
- diabete,
- pancreatite.
La gamma-GT viene spesso misurata insieme ad un altro enzima, la fosfatasi alcalina (ALP).
- Se entrambi sono elevati, il sospetto ricade sulla possibile presenza di malattie al fegato o delle vie biliari, se al contrario
- ALP è elevata, mentre GGT normale, il riscontro potrebbe indicare lo sviluppo di malattie ossee.
Quando viene richiesto l’esame
Il fegato è un organo fondamentale per la produzione di proteine nell’organismo e nella filtrazione delle tossine; produce anche la bile, una sostanza molto importante per l’elaborazione dei grassi.
La gamma-GT è attualmente l’indicatore enzimatico più sensibile di danno al fegato, viene quindi richiesta in occasione di esami di routine o quando siano presenti sintomi di danno epatico, tra cui per esempio:
- scarso appetito,
- nausea o vomito,
- affaticamento generale e spossatezza,
- dolore addominale,
- ittero,
- urine insolitamente scure e feci di color chiaro,
- prurito alla pelle.
Risulta essere un test utile anche per coloro che stanno seguendo un programma riabilitativo per ridurre la dipendenza dall’alcol: in questo contesto l’esame della GGT permette di valutare l’effettiva aderenza al trattamento.
Preparazione
Solitamente è necessario il digiuno di 8 ore prima del prelievo sanguigno, così come l’assunzione di determinati farmaci (fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) dovrebbe essere interrotta nelle ore precedenti l’esame; per quanto riguarda i medicinali si raccomanda di attenersi alle indicazioni del medico per evitare rischi di salute (legati per esempio all’interruzione di farmaci assunti a scopo antiepilettico).
Fattori che possono alterare l’esito
Poiché il fegato è l’organo deputato allo smaltimento di quasi tutti i farmaci, non deve sorprendere il fatto che siano numerosi i medicinali in grado di influire sulle quantità circolanti dell’enzima:
- sedativi ed antiepilettici,
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),
- farmaci ipolipemizzanti (che riducono i livelli di colesterolo o trigliceridi, come le statine o i fibrati),
- alcuni antibiotici,
- bloccanti dei recettori dell’istamina (anti-H2, usati per trattare la produzione di acido gastrico in eccesso),
- agenti antifungini,
- antidepressivi, contraccettivi orali,
- alcuni anticoagulanti (come l’eparina),
- farmaci immunosoppressori (ad esempio metotrexato).
Anche modeste quantità di alcol consumate nelle 24 ore precedenti possono influire sui risultati del test.
Rischi
Non sussistono particolari rischi all’esecuzione dell’esame. Seppur molto raramente, può accadere che si verifichi, come in un qualsiasi prelievo ematico:
- sanguinamento eccessivo,
- svenimento o sensazione di stordimento,
- ematoma (accumulo di sangue sottocutaneo),
- infezione (un rischio che, seppur basso, può esserci ogniqualvolta la cute non è integra).
Fonti e bibliografia
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