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AMH, ormone antimulleriano alto, basso e valori normali

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Introduzione

L’ormone antimulleriano (AMH) è una glicoproteina prodotta dai tessuti riproduttivi, ovvero dai testicoli negli uomini e dai follicoli ovarici nelle donne.

I valori di quest’ormone sono misurati attraverso un prelievo del sangue, principalmente nelle donne in età fertile, qualora si presentino difficoltà nel concepimento o in presenza di patologie femminili, come la sindrome dell’ovaio policistico e l’insufficienza ovarica primaria.

A differenza di altri test di riserva ovarica, come l’FSH e l’estradiolo il cui dosaggio dev’essere necessariamente effettuato nei primissimi giorni del ciclo, le concentrazioni di AMH nella donna in età fertile rimangono costanti durante tutte le fasi del ciclo mestruale ed in gravidanza, potendosi dunque misurare in qualunque momento.

Nell’uomo, l’ormone è prodotto dai testicoli in concentrazioni crescenti fino ai due anni di età; nei bambini maschi, infatti, agisce inibendo lo sviluppo degli organi riproduttivi femminili e successivamente promuovendo lo sviluppo di quelli maschili, quindi decresce progressivamente, fino alla pubertà, quando si registra un forte calo della sua concentrazione nel sangue.

Se durante il processo di differenziazione fetale delle gonadi l’AMH non è disponibile, è possibile che si sviluppino sia gli organi maschili che femminili e che alla nascita il bambino presenti dei genitali ambigui, non chiaramente distinguibili

Generalmente, dunque, l’analisi delle concentrazioni di AMH nell’uomo è ristretta a patologie più rare e specifiche, come la pubertà precoce o ritardata, presenza di micropene, gonadi non palpabili e altri disordini dello sviluppo sessuale.

Nel corso dell’articolo ci concentreremo sull’organismo femminile, dove l’indicazione all’esecuzione di questo esame riveste la maggiore importanza.

Valori normali

  • Uomini
    • Inferiore ai due anni: 14-466 ng/mL (100-3500 pmol/L)
    • 2-12 anni: 7.4-243 ng/mL (50-1700 pmol/L)
    • Adulti: 0.7-19 ng/mL (5-140 pmol/L)
  • Donne
    • Inferiore ai due anni: inferiore a 4.7 ng/mL (inferiore a 35 pmol/L)
    • 2-12 anni: inferiore a 8.8 ng/mL (inferiore a 70 pmol/L)
    • 13-45 anni: 0.9-9.5 ng/mL (7-70 pmol/L)
    • Superiore a 45 anni: inferiore a 1.0 ng/mL (inferiore a 7 pmol/L)

I valori considerati normali variano da laboratorio a laboratorio, per cui è buona norma controllare comunque l’intervallo di riferimento riportato sul referto delle proprie analisi.

Indicatore a lancetta con i valori normali di AMH

Per una valutazione dei valori del dosaggio dell’ormone antimulleriano si raccomanda di fare riferimento al medico, i valori riportati in figura hanno solo scopo grafico (iStock.com/vitalik19111992)

Valori alti

Nelle bambine, la produzione limitata di AMH consente lo sviluppo degli organi riproduttivi femminili; la sua concentrazione rimane bassa fino alla pubertà, quando le ovaie cominciano a produrlo nuovamente.

L’AMH decresce poi progressivamente nelle donne in età fertile, diventando molto basso o anche non rilevabile dopo la menopausa.

Proprio nelle donne in età fertile, la sua concentrazione è di importanza fondamentale in termini diagnostici: alla nascita possiede circa un milione di cellule uovo, che si riducono al numero di 500.000 nel periodo infantile.

L’ormone antimulleriano dopo la pubertà ha un effetto equilibrante sull’azione svolta mensilmente dall’ormone follicolo-stimolante (FSH) e dall’ormone luteinizzante (LH), durante lo svolgimento del processo grazie al quale solo pochi di questi ovociti rimanenti andranno incontro a maturazione follicolare e in cui solo uno, il follicolo dominante, rilascerà l’ovocita (ovulo) pronto, eventualmente, ad essere fecondato.

Diversi studi hanno dimostrato che la concentrazione di AMH può essere utile per valutare la “riserva ovarica”, ossia il numero di ovociti rimanenti (che potrebbero andare incontro a maturazione) e una stima della probabilità, almeno indirettamente, di poter concepire un figlio attraverso una fecondazione assistita (più correttamente permette di formulare una previsione delle tempistiche rimanenti prima della menopausa); più dibattuta è invece la sua influenza in termini di probabilità nella ricerca naturale.

Più in generale è possibile affermare che valori elevati di AMH si riscontrano:

  • nella donna in età fertile;
  • nella sindrome dell’ovaio policistico, una condizione caratterizzata da un’elevata quantità di AMH (le concentrazioni possono essere dalle 2 alle 5 volte maggiori rispetto ai valori di riferimento) e dovuta all’eccesso di follicoli tipica di questa condizione; in questi casi spesso ci si trova di fronte alla presenza di cicli anovulatori ed irregolari;
  • in presenza di tumori ovarici (benigni o maligni), caratterizzati dalla proliferazione di cellule che producono l’ormone; in questo caso, la determinazione dell’AMH può essere utilizzata come marcatore tumorale, per monitorare l’efficacia della terapia e l’eventuale comparsa di recidive.
  • Infine, valori più alti di AMH possono essere indicativi di una migliore risposta alla stimolazione ovarica nelle tecniche di fecondazione assistita (in questi casi, inoltre, le concentrazioni ormonali sono utilizzate per valutare il tasso di fecondazione, il numero e la qualità degli embrioni, nonché la probabilità di aborto). Concentrazioni superiori a 3 ng/mL, possono implicare tuttavia un maggior rischio di iperstimolazione ovarica, casi in cui sono quindi indicate stimolazioni ovariche non aggressive.

Si noti infine che valori elevati di AMH, in presenza di età avanzata, non garantiscono comunque buone possibilità di concepimento (ai fini del concepimento l’età materna rimane un valore indipendente fondamentale).

Valori bassi

Valori più bassi di AMH, possono essere indicativi di:

  • una riduzione della fertilità della donna: più basso è il valore di AMH più difficile sarà rimanere incinta, perché i follicoli ovarici residui sono pochi; concentrazioni tipiche della menopausa (0-0,6 ng/mL) indicano una riserva ovarica assente o insufficiente, per cui la stimolazione ovarica potrebbe fallire,
  • imminente menopausa.

Fattori che influenzano l’esame

Patologie tumorali e sindrome dell’ovaio policistico possono determinare un aumento dei livelli di AMH.

Le varie fasi del ciclo mestruale, invece, non determinano variazione dei livelli di ormone.

Quando è richiesto l’esame

L’esame può essere utile in caso di:

  • valutazione della condizione di menopausa,
  • difficoltà nel concepimento,
  • sindrome dell’ovaio policistico,
  • presenza di neonati con genitali ambigui o anomalie dello sviluppo testicolare,
  • diagnosi e monitoraggio di tumori ovarici.

È bene ricordare, comunque, che la valutazione dell’ormone AMH da sola può non essere sufficiente per fare diagnosi di malattia e che, quasi sempre, sono richiesti ulteriori esami diagnostici, laboratoristici e strumentali.

Preparazione richiesta

Per l’esame non è richiesta nessuna specifica preparazione.

Fonti e bibliografia

L'articolo AMH, ormone antimulleriano alto, basso e valori normali proviene da Farmaco e Cura.


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