Cosa sono i monociti?
I globuli bianchi, o leucociti, sono cellule presenti nel sangue e che fanno parte del sistema immunitario dell’organismo, difendendolo dalle aggressioni esterne dovute a batteri, virus, funghi, parassiti, …
Possono essere classificati in:
- granulociti neutrofili
- granulociti basofili
- granulociti eosinofili
- monociti,
- linfociti,
- cellule natural killer.
I monociti sono prodotti nel midollo osseo (all’interno delle ossa) e rappresentano il 2-10% dei leucociti circolanti, ma questa è solo una piccola frazione rispetto alla quota totale presente e disponibile nell’organismo; il monocita maturo rimane infatti in circolo per breve tempo (12 ore circa), prima di entrare nei tessuti per diventare un macrofago (cellule in grado di inglobare microrganismi ed altre particelle estranee).
I monociti, quando si trasformano in macrofagi, diventano altamente efficienti: ogni macrofago può mangiare fino a 100 batteri; entrano in azione in due modi:
- a volte sanno riconoscere da soli la minaccia e vanno ad eliminare gli agenti patogeni autonomamente,
- altre volte hanno bisogno di essere guidati chimicamente da alcune sentinelle, cioè dagli anticorpi.
Oltre all’eliminazione degli agenti patogeni i monociti sono detti anche spazzini del corpo perché rimuovono diversi tipi di scorie, come i globuli rossi ormai invecchiati, i neutrofili morti e altre particelle e corpuscoli indesiderati, ad esempio il carbone e le fibre di amianto.
Possono accelerare la risposta immunitaria nei momenti di maggiore bisogno: una volta che hanno digerito l’agente patogeno, ne elaborano alcuni frammenti per poi esporli nella propria membrana cellulare di rivestimento, diventando di fatto “segnaletici” nei confronti di altri anticorpi (globuli bianchi di tipo “T helper”), che raccolgono la segnalazione ed amplificano la risposta del sistema immunitario di tutto l’organismo.
Ai fini dell’esame non è necessaria alcuna preparazione specifica e non serve presentarsi a digiuno (salvo il caso in cui si eseguano contemporaneamente altri esami che al contrario lo richiedano).

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Valori normali
Sono considerati normali
- 100 – 850 cellule per mm3 di sangue (valore assoluto),
- rappresentanti circa il 2-10 % dei leucociti totali (valore percentuale).
Si noti che i valori possono differire leggermente da un laboratorio all’altro.
Vi sono tuttavia numerosi fattori in grado d’influenzare l’esame, tra i principali il fatto che negli anziani, a causa di un sistema immunitario non più in perfetta efficienza, è comune osservare valori molto più bassi della soglia normale.
Nei bambini, invece, non è possibile generalizzare un intervallo di riferimento, poichè variabile rapidamente per età e per sesso.
In caso di asportazione della milza è possibile sviluppare un moderato ma persistente aumento della conta totale.
Ricordiamo poi la presenza di farmaci in grado di ridurre il numero di monociti circolanti, in particolare l’uso di agenti immunosoppressivi e cortisonici.
Monociti alti
Un aumento dei monociti circolanti è in genere segno della presenza di una patologia di natura infettiva, ma piccole variazioni rispetto ai valori normali possono anche non avere alcun significato clinico.
Per quanto sia difficile cercare di compiere un esaustivo elenco di quelle che sono le cause dei monociti alti, possiamo comunque cercare di individuarne le principali in:
- malattie virali,
- brucellosi,
- endocardite,
- colite ulcerosa,
- malattie infiammatorie di natura cronica,
- malattie mieloproliferative.
È inoltre possibile che valori molto alti di monociti possano nascondere patologie più gravi, come la tubercolosi o il linfoma di Hodgkin.
Monociti bassi
Piccole variazioni rispetto ai valori normali spesso non hanno alcun significato clinico.
La monocitopenia, ossia la presenza di quantità insufficienti di monociti in circolo, può aumentare il rischio di infezione a causa della ridotta efficienza del sistema immunitario, ma si tratta di una condizione più rara rispetto al riscontro di valori aumentati.
Tra le cause più diffuse ricordiamo:
- anemia,
- infezioni (HIV, mononucleosi, da adenovirus, …),
- leucemia,
- aplasia midollare (condizione caratterizzata da una riduzione importante del tessuto emopoietico midollare),
- generale ridotta funzionalità del midollo osseo,
- chemioterapia,
- terapia cortisonica e/o immunosoppressiva.
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