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Cos’è la psicomotricità? Cosa fa lo psicomotricista?

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Cos’è la psicomotricità

La psicomotricità è una disciplina che studia e valorizza la stretta connessione tra sviluppo motorio, cognitivo ed emotivo dell’individuo; si basa sul principio che corpo e mente siano entità inscindibili e che il movimento rappresenti un mezzo fondamentale attraverso cui la persona, in particolare il bambino, esprime se stessa, comunica con gli altri e apprende. Questa disciplina si colloca all’intersezione tra neuropsichiatria infantile, psicologia dello sviluppo, pedagogia e scienze motorie.

Come si diventa psicomotricista

In Italia il percorso formativo per diventare psicomotricista non è ancora completamente uniformato a livello nazionale. Attualmente, esistono diverse possibilità:

  1. Laurea triennale in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (classe L/SNT2), che forma il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, figura sanitaria riconosciuta
  2. Master universitari di primo livello in Psicomotricità, accessibili a laureati in discipline come psicologia, scienze dell’educazione, scienze motorie o professioni sanitarie

È importante sottolineare che, mentre il terapista della neuro e psicomotricità (1) è una professione sanitaria regolamentata, lo psicomotricista educativo o relazionale (2) opera principalmente in ambito educativo e socio-assistenziale.

Di cosa si occupa lo psicomotricista

Psicomotricista con bambino

Gemini AI

Lo psicomotricista è un professionista che utilizza il movimento, il gioco e la relazione corporea come strumenti per favorire lo sviluppo globale della persona. Il suo intervento può avere finalità preventive, educative, rieducative o terapeutiche, a seconda del contesto e della formazione specifica.

Questo professionista lavora in stretta collaborazione con altre figure sanitarie ed educative, come neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, fisioterapisti, educatori e insegnanti, all’interno di équipe multidisciplinari. La condivisione di osservazioni e strategie con queste figure è fondamentale per garantire un approccio integrato e personalizzato.

Quali patologie tratta

La psicomotricità interviene su diverse problematiche, in particolare:

  • Disturbi dello sviluppo psicomotorio
  • Disturbi della coordinazione motoria (disprassia evolutiva)
  • Disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD)
  • Disturbi dello spettro autistico
  • Ritardi nello sviluppo globale
  • Difficoltà di integrazione sensoriale
  • Disturbi dell’apprendimento
  • Problematiche comportamentali ed emotive
  • Difficoltà relazionali e di comunicazione
  • Disturbi della regolazione emotiva

Quando rivolgersi allo psicomotricista

È importante precisare che i segnali descritti di seguito possono avere cause diverse e non necessariamente richiedono un intervento psicomotorio. Una valutazione preliminare da parte del pediatra o del medico di famiglia è sempre consigliata.

Dalla prima infanzia all’età scolare

È opportuno consultare uno psicomotricista quando si osservano:

  • Ritardi nell’acquisizione delle tappe motorie (rotolare, stare seduto, gattonare, camminare)
  • Difficoltà di coordinazione e goffaggine persistenti
  • Problemi nell’organizzazione spazio-temporale
  • Difficoltà nell’orientamento e nella lateralizzazione
  • Iperattività o eccessiva inibizione motoria
  • Difficoltà di attenzione e concentrazione
  • Problemi nella motricità fine (impugnatura della matita, ritaglio, allacciature)
  • Difficoltà nella scrittura (disgrafia)
  • Problemi relazionali con i coetanei
  • Difficoltà nell’espressione e nella regolazione delle emozioni

Segnali d’allarme: quando intervenire subito

Alcuni segnali richiedono un’attenzione immediata e una valutazione specialistica:

  • Regressione significativa di abilità già acquisite
  • Asimmetrie persistenti nel movimento o nella postura
  • Comportamenti autolesivi o aggressivi ricorrenti
  • Isolamento sociale marcato
  • Rigidità estrema nei comportamenti e nelle routine
  • Reazioni emotive sproporzionate e frequenti

Condizioni che necessitano monitoraggio specialistico

Alcune situazioni richiedono un monitoraggio continuativo da parte dello psicomotricista:

  • Bambini nati pretermine o con complicazioni perinatali
  • Bambini con diagnosi di disturbi del neurosviluppo
  • Situazioni di disagio psicosociale o familiare
  • Dopo eventi traumatici (incidenti, lutti, separazioni)
  • In presenza di malattie croniche o disabilità

Come prepararsi alla visita

Per ottimizzare la prima visita con lo psicomotricista, è utile:

  • Portare eventuali relazioni o valutazioni precedenti (pediatriche, neuropsichiatriche, psicologiche)
  • Preparare un breve resoconto dello sviluppo del bambino (tappe motorie, linguistiche, autonomie)
  • Annotare le principali preoccupazioni e osservazioni sul comportamento in diversi contesti (casa, scuola, attività sportive)
  • Portare eventuali produzioni grafiche o lavori scolastici significativi
  • Vestire il bambino con abbigliamento comodo che permetta libertà di movimento
  • Informare il bambino della visita in modo sereno, descrivendola come un’occasione di gioco

Come si svolge la visita/seduta

La prima visita psicomotoria generalmente comprende:

  • Un colloquio iniziale con i genitori per raccogliere informazioni sulla storia del bambino
  • Un’osservazione del bambino in situazione di gioco libero e/o strutturato
  • Proposte di attività specifiche per valutare diverse aree dello sviluppo psicomotorio
  • Un momento di restituzione ai genitori con prime impressioni e indicazioni

Le sedute successive, in caso di presa in carico, si svolgono generalmente in uno spazio attrezzato con materiali specifici (cuscini, materassi, palloni, cerchi, costruzioni, materiali grafici) e prevedono attività ludiche mirate agli obiettivi individuati.

Principali strumenti di valutazione

Lo psicomotricista può utilizzare diversi strumenti diagnostici, tra cui:

  • Scale di sviluppo psicomotorio (Griffiths, Bayley)
  • Test di coordinazione motoria (Movement ABC, BHK)
  • Protocolli di osservazione psicomotoria (Aucouturier, Vayer)
  • Valutazioni dello schema corporeo e dell’organizzazione spaziale
  • Osservazioni qualitative del gioco simbolico e della relazione

Sottospecializzazioni e differenze con altre figure correlate

Nel campo della psicomotricità esistono diverse specializzazioni e approcci:

  • Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva: professionista sanitario che opera principalmente in ambito riabilitativo con bambini con patologie neuropsichiatriche
  • Psicomotricista educativo: lavora in contesti educativi (scuole, centri ricreativi) con finalità preventive e di promozione del benessere
  • Psicomotricista relazionale: focalizzato sugli aspetti emotivi e relazionali espressi attraverso il corpo e il movimento

È importante distinguere lo psicomotricista da altre figure professionali affini:

  • Fisioterapista: si concentra principalmente sulla riabilitazione motoria e funzionale
  • Logopedista: specializzato nei disturbi della comunicazione e del linguaggio
  • Terapista occupazionale: focalizzato sul recupero delle autonomie nelle attività quotidiane
  • Educatore professionale: opera in ambito educativo e sociale con un approccio più ampio

La specificità dello psicomotricista risiede nella visione globale della persona e nell’utilizzo del corpo e del movimento come mediatori privilegiati dell’intervento, integrando aspetti motori, cognitivi, emotivi e relazionali.

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