Introduzione
L’istoplasmosi è un’infezione causata dal fungo Histoplasma, un microrganismo che sopravvive nell’ambiente e in particolare nel terreno che contiene grandi quantità di escrementi di uccelli o pipistrelli.
Il contagio avviene per inspirazione delle microscopiche spore fungine, ad esempio in occasione di attività che comportano la movimentazione del suolo. Respirare le spore non comporta necessariamente un’infezione, che nel caso di manifesta con sintomi quali:
La prognosi è ottima, in molti casi si assiste ad una guarigione spontanea, ma in caso di sistema immunitario indebolito l’infezione può diventare particolarmente grave, soprattutto in caso di diffusione dai polmoni ad altri organi.
Cause
L’istoplasmosi è causata dal fungo Histoplasma capsulatum e chiunque può contrarre l’infezione trovandosi in ambienti contaminati da escrementi di uccelli o pipistrelli, ma si tratta comunque di un’infezione estremamente rara.
Il fungo che causa l’istoplasmosi è ubiquitario, ma più comune in Nord America e Centro America; in Italia si stimano circa 55 casi in circa 50 anni, principalmente nell’area del Po.
Il contagio avviene inspirando le spore di Histoplasma, in genere sollevate dalla movimentazione del suolo contminato; le spore, di dimensione microscopica, possono raggiungere i polmoni, dove le condizioni ambientali (in particolare di temperatura) consentono di trasformarsi nel microrganismo attivo, che può trovare la strada verso i linfonodi e poi diffondersi in altre parti del corpo attraverso il flusso sanguigno.
L’istoplasmosi non è contagiosa, ovvero NON può diffondersi tra persone né tra animali (a titolo di curiosità si segnala possibilità di trasmissione in caso di trapianto di organo con un organo infetto).
Animali domestici
Gli animali domestici, in particolare i gatti, possono contrarre l’istoplasmosi, ma l’infezione non può essere trasmessa con un secondo passaggio all’uomo.
D’altra parte, come per gli esseri umani, molti cani e gatti esposti all’Histoplasma non si ammalano mai.
Cani e i gatti che sviluppano sintomi possono manifestare tosse, mancanza di energia e perdita di peso.
Gli uccelli, invece, non sembrano essere in grado di contrarre l’infezione.
Sintomi
La maggior parte dei soggetti che si trovano esposti al fungo Histoplasma non svilupperà alcuna infezione, ma nel caso i sintomi possono compaiono a distanza di 3-7 giorni (tempo d’incubazione) e possono comprendere:
- Febbre e brividi
- Tosse
- Stanchezza severa
- Mal di testa
- Dolore al petto
- Dolori muscolari.
Alcuni soggetti lamentano anche dolori articolari ed eruzione cutanea.
Nella maggior parte dei pazienti i sintomi dell’istoplasmosi scompaiono entro poche settimane o un mese.
Complicazioni
Tra i fattori di rischio più rilevanti in grado di favorire lo sviluppo di forme gravi di istoplasmosi figurano:
- infezione HIV/AIDS
- trapianti d’organo (perché in terapia con farmaci immunosoppressori)
- terapie immunosoprressive in genere, ad esempio con cortisonici a lungo termine
- chemioterapia
- età estreme (neonati e anziani).
In soggetti con sistema immunitario indebolito si può osservare lo sviluppo di un’infezione polmonare cronica, oppure il fungo può riuscire a diffondersi dai polmoni ad altre parti del corpo, come il sistema nervoso centrale (istoplasmosi disseminata).
I segni di istoplasmosi cronica comprendono perdita di peso e tosse con sangue (i sintomi dell’istoplasmosi cronica possono talvolta simulare il quadro della tubercolosi).
Tra le possibili complicazioni segnalate dalle cliniche Mayo figurano inoltre:
- Sindrome da distress respiratorio acuto. L’infiammazione polmonare può diventare così grave da causare il richiamo di liquidi all’interno degli alveoli, le sacche d’aria dove avviene lo scambio gassoso tra ossigeno e anidride carbonica.
- Pericardite, ovvero l’infiammazione della sacca che circonda il cuore (pericardio).
- Insufficienza surrenalica, per danno diretto alle ghiandole surrenali, responsabili di larga parte della produzione ormonale del corpo.
- Meningite. In alcuni casi, l’istoplasmosi può causare l’infiammazione delle meningi, le membrane che circondano e proteggono cervello e midollo spinale.
Diagnosi
Data la rarità dell’infezione la diagnosi non è banale, ma può essere formulata mediante l’analisi di un campione di sangue o di urina mediante coltura; il riconoscimento della natura esatta dell’infezione potrebbe non essere necessario per i casi lievi di istoplasmosi, ma diventare cruciale nei pazienti immunodepressi.
Anche alcuni esami di imaging, come la radiografia e la TAC del torace, possono indirizzare il medico ad una corretta diagnosi.

Scansione TC del torace che mostra lesioni compatibili con l’istoplasmosi polmonare (Shutterstock/Douglas Olivares)
Cura
Contrarre e guarire dall’istoplasmosi non conferisce immunità, anche se in genere un eventuale secondo episodio sarebbe meno severo del primo; in soggetti con sistema immunitario indebolito è invece possibile che l’infezione rimanga latente nell’organismo anche per anni, per poi ricomparire in modo apparentemente improvviso in seguito.
La maggior parte dei pazienti infetti non manifesta sintomi e buona parte dei soggetti sintomatici va incontro a risoluzione spontanea; è invece necessaria la terapia con farmaci antimicotici per trattare l’istoplasmosi polmonare grave, l’istoplasmosi cronica e le infezioni che si siano diffuse dai polmoni ad altre parti del corpo (istoplasmosi disseminata). L’itraconazolo è il principio attivo più comunemente usato e, a seconda della gravità dell’infezione e dello stato immunitario della persona, il corso del trattamento può variare da 3 mesi a 1 anno.
Fonti e bibliografia
- CDC
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