Introduzione
Il calcio è il minerale più abbondante nel corpo umano e, sebbene per la maggior parte si trovi depositato nei denti e nelle ossa, circa l’1% è costantemente disciolto nel flusso sanguigno.
Con l’invecchiamento può depositarsi in varie parti del corpo, tra cui i vasi sanguigni, dove è strettamente correlato allo sviluppo di danno vascolare e infiammazione cronica; questo processo, indicato con il termine di calcificazione, è uno dei meccanismi portanti dell’aterosclerosi, il fenomeno responsabile della formazione di pericolose placche all’interno delle arterie, che sono in grado di impedire un adeguato passaggio di sangue e, nei casi più gravi, scatenare infarti ed ictus.
Questo progressivo accumulo di calcio nei vasi sanguigni si verifica in genere dopo i 40 anni ed è particolarmente pericoloso nelle arterie coronarie, le arterie responsabili del rifornimento di ossigeno ed energia del cuore.
La presenza di calcificazioni coronariche è comune a tutti i pazienti con malattia coronarica documentata e la possibilità di rivelarne la presenza PRIMA di un eventuale evento cardiovascolare è quindi considerato un importante cardine di prevenzione primaria. A questo scopo è possibile ricorrere ad una TAC coronarica, un esame non invasivo e caratterizzato da un buon rapporto rischio-beneficio.

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Pazienti a rischio
La calcificazione delle arterie coronarie aumenta con l’età ed è più comune negli uomini rispetto alle donne.
Tra i fattori di rischio più rilevanti figurano:
- sindrome metabolica,
- colesterolo alto,
- abitudine al fumo,
- pressione alta,
- malattia renale cronica,
- PCR alta.
Statistiche americane rilevano la presenza di calcificazione nel 90% degli uomini e nel 67% delle donne di età superiore ai 70 anni.
Sintomi
La presenza di calcificazioni coronariche è sostanzialmente priva di sintomi, almeno fino alle fasi più avanzate dove potrebbe ad esempio causare dolore al petto (angina), soprattutto sotto sforzo; molto più spesso, invece, il primo sintomo evidente è purtroppo un evento cardiovascolare come l’infarto.
Calcium Score Index
L’esame d’elezione per la valutazione delle calcificazioni coronariche (CAC, ovvero Coronary Artery Calcium) è la TC (tomografia computerizzata), esame caratterizzato dai seguenti vantaggi:
- rapidità,
- riproducibilità,
- è indolore,
- non richiede in genere alcun mezzo di contrasto,
- costo relativamente contenuto.
La cattura dell’immagine è sincronizzata al segnale raccolto con l’elettrocardiogramma (che consente di attivare il dispositivo durante la diastole, ovvero periodo di rilassamento del cuore subito dopo la contrazione).
L’esame consente di ottenere informazioni sull’eventuale presenza, posizione ed estensione della placca calcificata nelle arterie coronarie.
Dopo l’acquisizione dell’immagine la quantità di calcio viene quantificata utilizzando il punteggio di Agatston, che si ottiene moltiplicando l’area di calcificazione per la densità corrispondente (semplificando molto, la dimensione della placca moltiplicata per quanto la placca è consistente).
Il risultato può essere così schematizzato:
- 0: nessuna malattia identificabile
- Da 1 a 99: Malattia lieve
- Da 100 a 399: Malattia moderata
- Maggiore di 400: Malattia grave.
È importante notare come questo risultato vada sempre contestualizzato agli altri fattori di rischio presentati dal soggetto, ad esempio:
- in pazienti classificati come a basso rischio sulla base dei tradizionali fattori di valutazione, un CAC di 100 suggerisce il 10% di probabilità di evento cardiovascolare entro 10 anni,
- in pazienti classificati come ad alto rischio sulla base dei tradizionali fattori di valutazione, un CAC di 0 (assenza di placca) è associato a un rischio di eventi a 10 anni di solo il 3%.
In altre parole l’esame consente una valutazione (ed eventuale ridefinizione) del rischio reale particolarmente puntuale, che consente allo specialista di valutare con estrema precisione le modalità d’intervento più adatte.
Durata
L’esame è molto rapido, in genere circa 10 minuti o poco più.
Preparazione
Non è richiesta alcuna specifica preparazione all’esame, è semplicemente consigliato presentarsi in abbigliamento comodo e lasciare a casa oggetti metallici come gioielli, occhiali, piercing, protesi dentarie e forcine per capelli, tutti oggetti in grado di alterare le immagini raccolte.
Alle pazienti donna potrebbe essere richiesto di rimuovere il reggiseno in caso di presenza di ferretto.
Alcuni medici suggeriscono di evitare fumo e caffeina prima dell’esame, per evitare di alterare il battito cardiaco (un’eccessiva frequenza cardiaca può interferire con la bontà delle immagini raccolte).
Come avviene l’esame
Il tecnico invita il paziente a sdraiarsi sul lettino del dispositivo per TC, tipicamente sulla schiena. Possono essere utilizzate cinghie e cuscini per aiutare il paziente a mantenere la posizione corretta e rimanere fermo durante l’esame.
Piccoli elettrodi (dischi adesivi) vengono applicati al torace e collegati ad un elettrocardiografo (ECG), strumento che registra l’attività elettrica del cuore e che consente di registrare scansioni TC al momento giusto (tra un battito e l’altro).
Successivamente il tavolo viene guidato attraverso lo scanner fino alla posizione iniziale, dopodiché inizierà la raccolta delle immagini, con un lento movimento attraverso il dispositivo; durante questa fase potrebbe essere richiesto al paziente di trattenere il respiro per periodi di 10-20 secondi, durante la registrazione delle immagini.
L’esame è nel complesso indolore e veloce, potrebbe tuttavia essere fonte di lieve disagio la necessità di rimanere immobili per diversi minuti, così come l’eventuale posizionamento di una flebo. Per i pazienti più ansiosi è possibile valutare il ricorso a blandi ansiolitici.
A seguito dell’esame è possibile ritornare immediatamente alle proprie attività abituali.
Rischi ed effetti indesiderati
L’esame è rapido, indolore e non invasivo, tuttavia comporta una minima esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti (per questa ragione è generalmente controindicato in gravidanza, anche se solo sospetta).
L’esatta quantità cui il paziente è sottoposto è ampiamente variabile in base a fattori quali
- apparecchiatura in uso,
- sesso e costituzione del paziente,
- tipologia di scansione,
- …
Uno studio del 2009 ha rilevato che per ogni 100.000 persone sottoposte a screening con test CAC ogni 5 anni (dai 45 ai 75 anni per gli uomini e dai 55 ai 75 anni per le donne) sono stati rilevati 42-62 casi di tumore (rispettivamente uomini e donne) indotte dall’esame (circa un caso ogni 1600 pazienti).
Il paziente sottoposto a TC NON è radioattivo dopo l’esame.
Chi dovrebbe sottoporsi all’esame
L’esame è utile a pazienti considerati a rischio dal punto di vista cardiovascolare, mentre NON deve essere considerato un approccio di screening per la popolazione generale, né per soggetti a basso rischio.
Limiti
È importante notare che, sebbene la presenza di CAC possa aiutare a predire la presenza di restringimento dell’arteria (stenosi coronarica), l’esito numerico dell’esame è più strettamente correlato all’entità dell’estensione della placca, piuttosto che a quanto effettivamente occluda il vaso. In altre parole, va tenuto in considerazione che potrebbe esserci una placca piuttosto allungata, ma nessun restringimento realmente rilevante a fini pratici (ad esempio nell’aterosclerosi precoce si osserva un allargamento compensatorio delle arterie per accogliere la placca).
Allo stesso modo il CAC score non è un indicatore della vulnerabilità della placca, ovvero del rischio che se stacchi un frammento con il rischio che possa occludere l’arteria più a valle, dove si restringe.
Costo
Il costo è ovviamente variabile a seconda del centro privato scelto, ma indicativamente è stimabile in una forbice di prezzo compresa attorno ai € 90 – € 250 (rispettivamente senza/con la somministrazione dell’agente di contrasto); in caso di campagne di screening è talvolta possibile accedere a tariffe agevolate, così come alcune strutture potrebbero optare per prezzi anche sensibilmente superiori, talvolta (ma non sempre) in virtù di strumentazioni innovative.
A giudizio del proprio medico curante è possibile in pazienti selezionati accedere attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, con il pagamento del solo ticket.
Nessuna alternativa
- Una radiografia del torace, sebbene poco costosa, non è purtroppo abbastanza sensibile da consentire una valutazione precisa della presenza di depositi di calcio.
- La risonanza magnetica ricopre un ruolo estremamente limitato a causa delle evidenti difficoltà nel rilevare piccole quantità di calcificazioni, per cui ad oggi non è considerato utile a questo scopo.
Fonti e bibliografia
- Coronary Artery Calcification – Jay Mohan; Karan Bhatti; Adam Tawney; Roman Zeltser
- 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk: The Task Force for the management of dyslipidaemias of the European Society of Cardiology (ESC) and European Atherosclerosis Society (EAS)
- RadiologyInfo
L'articolo Calcium Score Index: cos’è, perché è importante e quanto costa proviene da Healthy The Wom.