Introduzione
L’alfa-fetoproteina (AFP), è una proteina che viene normalmente prodotta dal sacco vitellino e dal fegato del feto durante la gravidanza; poiché è in grado di passare da circolo fetale a quello materno è normale osservare valori alti durante la gravidanza, in particolar modo nel secondo e terzo trimestre di gestazione.
Viene prodotta dal gene AFP, situato sul braccio q del cromosoma 4 (4q25), e si pensa che svolga funzioni simili a quelle dell’albumina nell’adulto.
Valori che dovessero aumentare oltre i limiti considerati normali durante la gravidanza vengono considerati suggestivi della possibile presenza di anomalie fetali, come ad esempio malformazioni congenite del tubo neurale come la spina bifida e l’anencefalia.
Al di fuori della gravidanza negli adulti può essere prodotta in maniera anomala in presenza di specifici tumori, primo fra tutti epatocarcinoma del fegato, e viene quindi considerata a tutti gli effetti un marker tumorale (benché possa aumentare anche in relazione ad alcune patologie epatiche non tumorali, come la cirrosi epatica).

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Valori normali
Nel sangue è possibile isolare diverse tipologie di alfa-fetoproteina, ma l’esame che viene più comunemente prescritto è teso a misurarne la quantità totale.
Sono considerati valori normali quelli inferiori a 6.0 ng/ml (con piccole differenze tra un laboratorio e l’altro).
L’intervallo di normalità per i neonati non è stato studiato nei dettagli, ma sono state segnalate concentrazioni anche superiori a 100000 ng/mL, valori destinati poi a diminuire rapidamente nei primi 6 mesi di vita; per la stessa ragione anche nelle donne in gravidanza è del tutto normale aspettarsi livelli fisiologicamente aumentati, compresi ad esempio tra 10 ng/ml e 150 ng/ml nel periodo compreso tra la settimana 15 e 20.
Poiché i risultati devono sempre essere interpretati in base all’età gestazionale, spesso vengono riportati direttamente in termini di multiplo della mediana (MoM), ovvero in rapporto al valore atteso (tipico della maggior parte delle gravidanze), rendendone così più semplice l’interpretazione; in questo l’intervallo di normalità potrebbe essere compreso tra 0,5 e 2,0 o 2,5 MoM (ovvero compreso tra la metà del valore più comune e due volte o due volte mezza lo stesso valore).
Come avviene il prelievo?
L’esame viene effettuato mediante un comune prelievo di sangue venoso, tipicamente da una vena del braccio, e non richiede particolari preparazioni prima di essere effettuato.
Tecnicamente è possibile misurare la quantità di alfa-fetoproteina anche nel liquido amniotico (il liquido che circonda ed accoglie il feto durante la gravidanza); poiché tuttavia i livelli fetali nel sangue sono circa 150 volte superiori rispetto alla quantità presente nel liquido amniotico, che sua volta è 300 volte superiore ai livelli sierici materni, va da sé che anche solo una piccola quantità di sangue nel liquido amniotico può aumentare significativamente la concentrazione rilevata (fonte Medscape).
Valori alti
L’anomalo aumento del valore di alfa-fetoproteina nel sangue può essere suddiviso in tre categorie: anomalie del feto durante la gravidanza, patologie tumorali, patologie epatiche.
Anomalie del feto durante la gravidanza
L’alfa-fetoproteina (AFP), è una proteina che viene normalmente prodotta dal sacco vitellino e dal fegato del feto durante la gravidanza. Questa proteina è in grado di attraversare la placenta e pertanto risulterà essere fisiologicamente più elevata durante la gravidanza anche nel sangue della futura mamma.
I valori di alfa-fetoproteina durante la gravidanza cambiano a seconda della settimana di gestazione ed una sua valutazione non può quindi prescindere da un’accurata stima dell’età gestazionale (settimana di gravidanza).
Quando i valori durante la gravidanza dovessero risultare sensibilmente superiori a quelli attesi nella corrispettiva età gestazionale la ragione potrebbe essere la presenza di patologie neonatali e gestazionali, tra cui:
- Difetto del tubo neurale, come la spina bifida e l’anencefalia: I difetti del tubo neurale sono un gruppo eterogeneo di patologie accomunate dallo sviluppo di un difetto congenito del cervello, della colonna vertebrale e/o del midollo spinale;
- Onfalocele e gastroschisi, ovvero difetti della parete addominale anteriore del neonato, che possono portare all’erniazione (ovvero alla fuoriuscita) di alcuni organi contenuti nell’addome, come le anse intestinali, fegato e/o la milza;
- Nefrosi congenita, una malattia rara, caratterizzata dalla elevata perdita di proteine e da edema marcato (gonfiore da accumulo di liquidi) e che esordisce in utero o nei primi tre mesi di vita;
- Morte del feto;
- Problema della placenta, come il distacco placentare.
Esistono poi rari in casi in cui la scoperta di valori elevati è legata alla presenza di una condizione epatica della donna in gravidanza, che per mero caso viene quindi evidenziata durante la gestazione.
È tuttavia importante sottolineare che la scoperta di un valore di alfa-fetoproteina alto NON è mai una diagnosi, perché esistono casi in cui la concentrazione circolante aumenta apparentemente senza ragione e soprattutto non in conseguenza di condizioni patologiche, che devono invece sempre trovare conferma con specifici approfondimenti.
Tumori
La concentrazione dell’alfa-fetoproteina nel sangue può aumentare in maniera anomala in molti tipi di tumori, in alcuni di questi in maniera più caratteristica rispetto ad altri, come nel caso dell’epatocarcinoma (tumore del fegato).
La richiesta dell’esame nel soggetto adulto NON in gravidanza viene quindi formulata quando vi sia il sospetto di una patologia tumorale sottostante, in base ad esempio al riscontro di sintomi suggestivi; sebbene sia un marker tumorale comune a molti tipi di tumori, non è considerato un esame particolarmente sensibile, perché anche in presenza di tumore non è scontato che questo conduca necessariamente ad un aumento dei valori circolanti.
In altre parole l’alfa-fetoproteina si innalza solo in alcuni casi e non sempre, per questa ragione se livelli elevati possono contribuire alla conferma del sospetto, livelli nella norma non possono escluderne la presenza e questa è la ragione per cui NON potrà mai essere usato come screening nella popolazione.
Nei pazienti in cui vi sia effettivamente un tumore responsabile di elevate concentrazioni di alfa-fetoproteina l’esame potrà essere ripetuto ad intervalli regolari per seguire l’andamento della malattia dopo la terapia.
Tra i tumori che possono manifestarsi con livelli elevati di alfa-feto proteina si annoverano:
- Epatocarcinoma (tumore del fegato)
- Epatoblastoma (tumore che origina dai precursori degli epatociti, le cellule formano il fegato. È un tumore più caratteristico dell’età pediatrica e viene solitamente diagnosticato durante i primi tre anni di vita)
- Tumore del testicolo
- Tumore delle ovaie
- Tumore del colon
- Tumore del polmone
- Tumore del pancreas
- Tumore dello stomaco
- Tumore al seno
- Tumore della colecisti
- Colangiocarcinoma (tumore che ha origine a partire dai dotti biliari, detti anche colangiociti, un insieme di dotti di diverse dimensioni che raccolgono la bile prodotta dalle cellule del fegato)
- Tumore del rene
- Linfoma.
Se prima abbiamo definito l’esame poco sensibile, perché non necessariamente positivo in caso di tumore, alla luce di questo lungo elenco di possibili cause possiamo affermare anche che si tratti di un esame dotato di scarsa specificità, perché potenzialmente indicativo di numerose cause.
Livelli elevati di alfa-fetoproteina non sono sempre associati a patologie tumorali, ma possono essere conseguenza anche di molteplici patologie epatiche non tumorali; è comunque stata dimostrata una correlazione tra bruschi e rilevanti incrementi di alfa-fetoproteina in patologie epatiche non tumorali e tumore del fegato, in parole più semplici se i livelli aumentano di molto e molto rapidamente in soggetti con patologie epatiche non tumorali, si ha un rischio maggiore di sviluppare tumore del fegato, benché non si tratti di una regola assoluta ma solo un aumento del rischio.
Tra le patologie epatiche in grado di provocare un aumento di alfa-fetoproteina le più comuni sono:
- Cirrosi epatica – patologia epatica cronica e progressiva, caratterizzata dal sovvertimento diffuso e irreversibile della struttura del fegato. Le cause possono essere molte (infettiva, alcolica, tossica, autoimmune) e lo sviluppo è solitamente correlato ad una esposizione cronica all’agente dannoso che provoca il danno epatico.
- Epatiti – infiammazione del fegato. Il termine epatite viene solitamente ricondotto nell’immaginario comune alle epatiti virali (epatite A, B, C, D, E), ma può essere causata anche da batteri, parassiti, alcool (epatite alcolica), farmaci, sostanze chimiche e patologie autoimmuni (epatite autoimmune).
Fattori confondenti
Tra i fattori potenzialmente responsabili di falsi positivi (valori aumentati, ma in assenza di patologie della gravidanza e/o tumorali, sono compresi:
- Recente esposizione a traccianti radioattivi
- Gravidanza gemellare
- Diabete gestazionale
- Fumo.
Valori bassi
Negli adulti sani, valori compresi tra 0 e 6 ng/ml costituiscono la normalità, per cui non ci sono patologie correlate a livelli troppo bassi di alfa-fetoproteina.
Durante la gravidanza livelli troppo bassi di questa proteina nel sangue materno (specchio dei valori del feto) potrebbero essere indice della presenza di anomalie cromosomiche nel feto, come la Sindrome di Down. In questi casi, a fronte di un aumento di proteine come la gonadotropina corionica umana (beta-HCG) e l’inibina A, è stata osservata una diminuzione delle concentrazioni di estriolo ed alfa-fetoproteina.
In altre gravidanze il rilievo di concentrazioni diminuite è invece indice di aborto, ma il solo riscontro di valori bassi di alfa-fetoproteina non permette mai alcuna diagnosi, necessitando sempre di trovare conferma con esami più specifici.
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